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Arte Ceramica nell’hotellerie Faentina.

Progetto cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale

Corsi in programma

Fondazione Guerrino Tramonti

 

 

Pittore, ceramista e scultore, Guerrino Tramonti, nasce a Faenza il 30 giugno 1915. 

Nella seconda metà degli anni Venti, frequenta la Regia Scuola di Ceramica di Faenza dove impara a conoscere i colori dal maestro faentino Anselmo Bucci. Tra gli insegnati di riferimento per il futuro artistico del giovane, spicca anche la figura dello scultore Domenico Rambelli. Tuttavia, Tramonti si considera soprattutto un autodidatta.

Espone fin da giovanissimo come scultore a mostre regionali e nazionali: nel 1931, all’età di appena sedici anni, ottiene il premio “Rimini”; nel 1932 e nel 1934 il 1° premio al Concorso “Rubicone” della città di Rimini. In quest’ultima occasione riceve ma declina l’invito di Arturo Martini, membro della giuria, a seguirlo nel suo studio di Milano.

 

Poco più che ventenne, nel 1938, è premiato al 1° concorso Nazionale delle Ceramica indetto dalla città di Faenza. In tale manifestazione viene apprezzata “la sintetica schiettezza di certe figure”, un gruppo di opere in terracotta e smalti policromi eseguite ad Albisola nella “Casa d’Arte Agnino & Barile” , dove per un anno circa Tramonti si era trasferito ad operare come modellatore. La scultura premiata, una “Testa di giovinetta, passa dal concorso alle raccolte del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza ma andrà distrutta durante l‘ultimo conflitto mondiale.

 

Tra il 1944 e il 1947 si trasferisce a Venezia, dove frequenta lo studio di Filippo De Pisis, già incontrato più volte in occasione delle sue mostre in Emilia-Romagna a partire dal 1933.

 

Nel 1951 inaugura il suo studio in via Tolosano a Faenza ed è nominato insegnante di plastica alla Scuola d’Arte di Civita Castellana, centro ceramico alle porte di Roma, dove frequenta i migliori ambienti artisctico-culturali della capitale, grazie per altro all’amicizia del pittore Franco Gentilini con cui ha avuto rapporti sin dall’adolescenza.

 

Nel 1952 Tramonti conosce la giovane Arpalice Carlotta Babini, che diventerà sua moglie due anni più tardi.

 

Nel corso degli anni e decenni successivi, sino alla fine degli anni Sessanta, quando terminerà l’attività di ceramista per dedicarsi alla pittura, ottiene una serie di riconoscimenti fra cui due “Premi Faenza” nel 1952 (con opere realizzate in collaborazione con Antonio Scordia) e nel 1955 (ex-equo con Carlo Negri).

 

Nel 1956 l’editore romano De Luca gli pubblica una monografia con presentazione di Leonardo Sinisgalli, nella collana “Artisti d’oggi”. Nel 1953 è nominato direttore della scuola d’Arte per la Ceramica di Castelli d’Abruzzo; nel 1958 della Scuola d’Arte di Cagli; nel 1959 dell’ Istituto Statale d’Arte di Forlì fino alla fine degli anni Sessanta, per assumere infine - senza peraltro esercitarla - la direzione dell’Istituto d’Arte per la ceramica di Nove di Bassano con cui termina nei primi anni Settanta la carriera scolastica.

 

Dagli anni Settanta in avanti, prosegue ad esporre con successo in mostre collettive e personali in Italia e in tutto il mondo.

 

Guerrino Tramonti muore a Faenza il 17 ottobre 1992.

 

Nel mese di novembre, per volontà dell’artista, la famiglia allestisce la “Casa-Museo Tramonti”, nell’abitazione di via Fratelli Rosselli n. 8. Il museo privato, attualmente Fondazione Tramonti, custodisce ed espone l’intero percorso artistico, dalle sculture degli esordi negli anni Trenta ai dischi dipinti con colori sgargianti e rivestiti con cristallina a grosso spessore; dai vasi-scultura di grès bianco degli anni Sessanta ai dipinti ad olio su tavola dell’ultimo periodo di attività.

 

 La Fondazione Guerrino Tramonti è divenuta una realtà nel 2010 per valorizzare il “contenitore” che l’artista volle nella sua casa-museo nel 1987. Conta 7 sale e circa 390 opere. Guerrino Tramonti nasce come scultore per poi dedicarsi alla ceramica e alla pittura. Nelle sale sono esposte le opere che secondo l’autore meglio rispecchiano il suo percorso artistico: un’immensa varietà di forme e di colori e un sublime mondo espressivo creato da un’originale sensibilità cromatica, applicata anche ai dipinti su tela e tavola.

Il periodo iniziale, risalente agli anni Trenta e Quaranta, è rappresentato dalle sculture in terracotta.  Sono presenti dipinti del “periodo veneziano”, eseguiti tra il 1945 e il 1948 caratterizzati dall’estetica post-metafisica, per passare alle opere in ceramica smaltata in policromia, con una grande intensità cromatica e dalla straordinaria qualità dei rivestimenti che danno vita a immagini eccezionalmente nitide e poetiche. Durante il percorso, possono essere ammirate le sue “porcellane” che rendevano particolarmente orgoglioso l’artista, opere ispirate ai materiali e alle tecniche della ceramica di Cina, Corea e Giappone, frutto delle sue ricerche “alchemiche” degli anni Sessanta. Sono presenti anche i suoi famosi dischi decorativi, eseguiti con la tecnica dell’invetriatura a grosso spessore, “inventata” dall’artista nel 1953 quando fu direttore della Scuola d’Arte di Castelli, che contraddistinguono il suo stile più peculiare. Nell’ultima sala troviamo i dipinti ad olio realizzati tra la fine degli anni Sessanta e il 1992, anno della sua morte. A concludere il percorso, è stato ricreato lo studio dove l’artista ha operato negli ultimi anni.